Un mese a Bali: il viaggio che avevo già nel cuore

Un mese a Bali: il viaggio che avevo già nel cuore

Certe cose le senti prima ancora di sapere come si chiamano. Per anni ho immaginato un posto lontano, con palme, foreste verdi e un’atmosfera che parlava alla pancia più che alla testa. Non sapevo che si chiamasse Bali, ma lo sognavo già.

Poi un giorno, nel 2017, trovo un annuncio su Workaway: una signora italiana cerca qualcuno che si prenda cura della sua casa a Bali per tre mesi. Mi iscrivo. Io e Fabio facciamo i passaporti. Sogniamo. Ma la vita, come spesso fa, cambia strada: lui trova lavoro e quel sogno resta lì, incollato dentro una Lonely Planet sull’Indonesia che per anni rimane sul comodino.

Finché nel 2023, sei anni dopo, decido che è ora. Non voglio scali, tour mordi e fuggi o itinerari preconfezionati. Voglio restare. Voglio vivermi Bali un mese intero, fino a capire se è davvero quel posto che avevo nel cuore.

La partenza e la bellezza dell’imprevisto

Siamo atterrati a Denpasar ad aprile, appena dopo la riapertura post-Covid. Ancora pochi turisti, silenzi reali, natura che respira. Abbiamo dormito la prima notte vicino all’aeroporto e poi via, verso Padang Bai. Primo bagno alla Blue Lagoon Beach. Forse il mare più bello che abbia mai visto? No. Ma uno dei più emozionanti, sì. C’era dentro tutto: il viaggio, il caldo tropicale, il sogno che diventava vero.

Poi Gilimeno, e le tartarughe, e lo snorkeling. Poi Nusa Penida, e quelle strade assurde, le onde alte, il primo mal di mare serio. Poi Ubud, Gretek, Nusa Dua (il posto che ci è piaciuto meno), e infine Uluwatu, il nostro posto del cuore.

A Uluwatu ho provato anche il surf. Pensavo fosse facile, poi l’oceano ti spiega le cose con gentilezza e forza. La prima onda, la prima caduta, la prima volta in piedi: è stato bellissimo.

Quando piove, succedono magie

Uno dei miei ricordi più forti è sotto la pioggia. Siamo al tempio Lempuyang, quello con la Porta del Paradiso. Non è il nostro genere, c’è fila, c’è gente, ma decidiamo di scattare quella foto. Nel frattempo, Yudi – il nostro driver diventato amico – ci propone di fare una passeggiata nella giungla lì accanto. Senza sapere dove andavamo. Inizia a piovere. Forte. Yudi prende una foglia gigante, la trasforma in un ombrello. E noi camminiamo, ridiamo, ci bagniamo fino alla pelle. Quel momento è Bali per me.

La cerimonia che non dimenticherò mai

Una mattina decidiamo di partecipare a una cerimonia di purificazione. All’inizio tutto molto semplice: tre sorsi d’acqua, ti bagni il capo. Poi si apre un percorso. Entriamo in una grotta. Dentro ci sono cascate, luce fioca, suoni d’acqua e silenzi sacri. Alla fine, ti metti sotto una cascata e urli. Fortissimo. È un rito liberatorio. Intimo. Sconvolgente. Quando ne esco, sento che qualcosa si è spostato dentro di me. (A parte il costume che quasi perdevo, ma grazie al sarong e alla prontezza... tutto ok.)

Yudi, Pande e il potere delle persone

Uno dei regali più grandi di Bali sono le persone. Pande, la nostra guida italiana-balinese, simpatico, vivace, preparatissimo. Yudi, invece, è molto più che un driver. È energia pura, saggezza semplice. La sua frase, ripetuta ogni giorno, è diventata anche il nostro mantra a casa: “Don’t worry, be happy.” L’ho scritta sulla lavagnetta della cucina. È lì per ricordarmi come voglio vivere.

Cosa mi porto a casa (oltre alla sabbia e mille foto)

Mi porto il ricordo dei warung dove il cibo era amore. Mi porto la voglia di dire a mia figlia: “Un giorno ti porterò qui. Ti farò provare il surf, respirare questa spiritualità, camminare sotto la pioggia, ridere con Yudi.” Mi porto la consapevolezza che no, a Bali non ci vivrei, ma sì: ci tornerei mille volte, per riscoprirmi ogni volta diversa.

Da un viaggio nasce un’idea (e una bambina)

Questo viaggio non ci ha lasciato solo ricordi. Ci ha lasciato spunti, visioni, desideri nuovi. È anche grazie a Bali che è nato Ninni: un progetto pensato per chi, come noi, crede che il viaggio più importante sia quello che fai dentro e insieme, ogni giorno, con un bambino al fianco.

In quel mese abbiamo capito quanto sia importante rallentare, meravigliarsi, imparare a stare. E poi, qualche mese dopo, è arrivata anche Kate, la nostra bimba. E tutto è diventato ancora più vero.

Scarica la mia guida a Bali — quella vera

Scarica qui la mia guida con tutti i contatti utili, i luoghi che abbiamo amato e consigli pratici per chi sogna un viaggio a Bali:

 

 

A cura di Doris – Ninni Founder

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